Dopo l'ormai celeberrimo Covid-19, il nuovo fenomeno che sta facendo parlare di sè si chiama Candida auris. Per saperne di più e sfruttare la consapevolezza per evitare inutili allarmismi, abbiamo voluto analizzare e raccogliere alcuni dati, provenienti dai principali enti specializzati, tra i quali l'ISS-Istiuto Superiore di Sanità. Ecco una breve panoramica di quello che conosciamo.
Questo fungo patogeno altamente contagioso isolato per la prima volta nel 2009 in Giappone dall’orecchio (in latino “auris”) di una donna, si diffonde rapidamente negli ospedali e può causare infezioni sistemiche gravi e persino mortali, soprattutto in pazienti già debilitati o immunocompromessi. Il problema è ulteriormente complicato dal fatto che Candida auris presenta spesso resistenza ai farmaci antifungini comunemente utilizzati, rendendo il trattamento delle infezioni molto difficile e aumentando il rischio di mortalità.
Per quanto riguarda l'Europa i primi focolai risalgono al 2015 in Francia, mentre in Italia il primo caso di infezione invasiva è stato identificato nel 2019, seguito da un focolaio nelle Regioni settentrionali nel biennio 2020-2021.
Candida auris è stato isolato da una serie di siti corporei, tra cui la pelle (molto comune), il tratto urogenitale (comune) e il tratto respiratorio (occasionale), e provoca più raramente infezioni invasive, come candidemia, pericardite, infezioni del tratto urinario e polmonite.
Cosa rende questo microorganismo così preoccupante?
Candida auris è un emergente tipo di Candida che può rappresentare una seria minaccia per la salute globale per diversi motivi:
è spesso resistente a più farmaci antimicotici tra quelli comunemente utilizzati per trattare le infezioni da Candida (multifarmaco-resistenza)
è di difficile identificazione nei laboratori che non dispongono di tecnologie specifiche, con conseguente gestione inappropriata
le persone possono avere infezioni da C. auris senza saperlo e questa colonizzazione può durare a lungo
può provocare focolai epidemici negli ambienti assistenziali sanitari, anche se non si esclude la possibile diffusione in comunità
è molto infettiva e in genere le infezioni sono di bassa entità, tuttavia nei soggetti con immunocompromissione può causare infezioni gravi
presenta una alta letalità nelle forme invasive
ha la possibilità di creare biofilm che la rende poco suscettibile ai disinfettanti e quindi particolarmente resistente sulle superfici.
A prescindere da C. auris nello specifico, il vero fenomeno di estrema preoccupazione si chiama Antibioticoresistenza. Questo è il grande problema globale: la comparsa di germi resistenti a tutti gli antimicrobici che abbiamo"
È stato evidenziato che l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che l’antibioticoresistenza causerà milioni di morti entro il 2050, diventando la prima causa di morte al mondo e superando in pericolosità la pandemia che abbiamo vissuto.
Quali sintomi possono identificare la presenza del fungo?
I segni e sintomi dell’infezione da C. auris variano in base al sito corporeo interessato, tuttavia i sintomi potrebbero non essere evidenti in quanto i pazienti che contraggono l’infezione sono spesso già ospedalizzati e affetti da altre patologie che possono ostacolarne la diagnosi.
I quadri clinici più frequentemente riscontrati nelle infezioni da C. auris sono:
infezioni del torrente ematico
infezioni intra-addominali
infezioni di ferite
otiti.
Inoltre, C. auris è stato isolato da liquido biliare, tratto respiratorio e urina, ma non è ancora chiaro se possa provocare infezioni, a polmoni e vescica.
Come altre infezioni da Candida, quelle da C. auris vengono diagnosticate mediante coltura del sangue o di altri fluidi corporei.
Come si trasmette e come possiamo tutelarci?
La C. auris può trasmettersi attraverso il contatto con superfici e/o dispositivi medici contaminati, oppure tramite contatto tra persone colonizzate o infette.
Sono più a rischio di contrarre un’infezione da Candida auris i pazienti che:
hanno problemi di salute preesistenti
sono ospedalizzati o si trovano in case di cura
necessitano di dispositivi medici invasivi (per esempio cateteri vescicali, cateteri venosi centrali, tubi per tracheotomia, ecc). Si raccomanda la stretta aderenza alle norme igieniche per l’inserimento e il mantenimento dei cateteri e la cura meticolosa dei siti di tracheotomia. Inoltre, è opportuno valutare continuamente la necessità dei dispositivi invasivi e rimuoverli tempestivamente quando non siano più indispensabili
hanno un sistema immunitario indebolito.
Inoltre i pazienti colonizzati con C. auris sottoposti a procedure chirurgiche possono avere un maggior rischio di infezioni del sito chirurgico, per questo è raccomandata una preparazione della cute con un agente disinfettante a base alcolica a meno che non sia controindicato.
Non esistono ad oggi delle precise linee guida per la tutela dall'infezione, ma solo alcune raccomandazioni per lo più rivolte al personale sanitario. Il principio è simile a quello gia adottato durante la pandemia da Covid-19. La raccomandazione è quella di tracciare i contatti stretti di un caso al fine di identificare il prima possibile altri soggetti positivi a C. auris.
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